L'analisi cefalometrica rappresenta uno strumento fondamentale per la diagnosi e la programmazione del trattamento in ortodonzia. Pur tuttavia nasconde alcune insidie che possono trasformarla in una procedura inutile e talvolta dannosa in grado di fuorviare il professionista inducendolo in errore con pesanti ricadute sulla formulazione dei piani di trattamento. L'autore, forte dell'esperienza ultra trentennale, spiega in maniera piana come proteggersi da queste insidie così da trarre dall'esame il maggior numero di informazioni utili sia alla diagnosi che al trattamento.